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Tu sei abbastanza. Soprattutto in questo momento.

In questi giorni ho parlato con diverse donne, amiche, conoscenti, clienti, che, in questo periodo di pausa forzata dovuta all’emergenza sanitaria, sentono di non fare abbastanza e di non essere all’altezza della situazione.


Si tratta di un momento duro per tutte e tutti, eppure, in questo periodo di già faticoso di suo, riusciamo comunque a trovare le energie per giudicarci e criticarci.

Un po’ come se fosse l’ennesima buona occasione per confermare a noi stesse di non valere.

C’è chi di noi è mamma e magari si sente in colpa perché non passa abbastanza tempo con i figli o perché, quando lo fa, nel frattempo porta avanti altre attività, pensa al lavoro o sbraita di continuo.

C’è chi fra noi si sente in colpa, invece, perchè non prova quel senso di gioia e gratitudine che “dovrebbe sentire” (e che, ai suoi occhi, provano tutte!) per il dono del tempo che le è stato dato e quindi si sottopone a ore di lavoretti e giochi insieme solo perchè “dovrebbe” (magari poi innervosendosi e arrivando urlante a fine serata per lo sfinimento).

O ancora, chi quei lavoretti non ci pensa nemmeno a farli, sentendosi però una madre inadeguata perchè “le brave mamme stanno con i loro bambini e lo fanno pure volentieri”.

C’è poi chi è costretta a portare avanti il lavoro da casa e, nonostante gli sforzi immani di produrre scendendo a patti con emozioni che non sono proprio una passeggiata di piacere, si sente comunque improduttiva perchè non lavora secondo i suoi standard e controvoglia.

C’è chi da casa ci ha sempre lavorato eppure, in questo clima di incertezza e preoccupazione non si ritrova e si vede costretta a stravolgere idee, piani e agende, a confrontarsi con concorrenti che sfornano istantanee soluzioni, convivendo tutto il giorno con la sensazione di arrancare e non riuscire a stare dietro a tutto, non approfittando del tempo “in più”e magari continuandosi a ripetere: “Ma chi me lo ha fatto fare?”

E poi ci sono quelle di noi che, per far fronte alla situazione, con la lodevole intenzione di stabilire delle buone regole organizzative e di convivenza, si ritrovano ad attivare una modalità militare, per cui:

– il lavoro deve essere fatto e fatto bene,

– i figli devono essere seguiti (compiti, giochi, lavoretti, ecc),

– la casa deve essere in ordine,

– l’alimentazione deve essere sana (anzi, adesso ancora di più!),

– il corpo deve rimanere allenato (potenzialmente ancora meglio e con più costanza).

correndo il rischio di aggiungere stress allo stress, alimentando il senso di sopraffazione e oppressione – già generato dalla libertà limitata, insieme alla compagnia bella di senso di colpa, auto critica e giudizio.



Cosa accomuna tutte queste donne?
Cosa le fa sentire così inadeguate e le convince di non essere o fare abbastanza?


  1. Non si danno tregua, ma si assegnano voti

C’è sempre qualcosa che avrebbero potuto fare di più e meglio,
Si dannano per mantenere standard altissimi di prestazione: in questi casi tutto – dal lavoro, all’attività sportiva, dai dolcetti preparati con i figli, alla quantità di libri letti – diventa una performance a cui dare una valutazione.

E, in questa situazione, il loro critico interiore va a nozze e sguazza nel mare del giudizio e si diverte a dare il colpo di grazia a entusiasmo (e autostima) con le sue frasi demotivanti.



2. La convinzione di dover fare di più proprio quando non ne possono più

Qualche tempo fa, durante una sessione conoscitiva, parlavo con una giovane donna che mi diceva che “Proprio quando sono più stanca e stressata, quasi allo stremo delle forze, mi costringo a dare di più e attivo il perfezionismo e il controllo”.

Questo è ciò che succede quando si è convinte di non potersi permettere una tregua, quando si è persuase di andare bene solo se si è sempre al massimo.
E cedere, stancarsi, anche solo pensare di fermarsi, fa scattare un campanello di allarme che urla: “Non è abbastanza, devi fare di più, non puoi fermarti ora!”.



3. Concentrarsi su ciò che non si fa

Non riconoscono i propri sforzi, utilizzano le loro energie a preoccuparsi per ciò che non hanno fatto, anzichè guardare a quanto di buono hanno realizzato durante la giornata.

Insomma, ai loro occhi, il bicchiere delle loro prestazioni è sempre mezzo vuoto.



Ce le ho tutte (o quasi!), che faccio?

Se stai vivendo anche tu questo momento all’insegna dell’inadeguatezza?

Ecco qualche piccolo suggerimento per tenere a bada la tendenza a sentirti non all’altezza della situazione:

1.Datti pace e sii comprensiva con te stessa

Non è una gara a chi è più brava, nè con le altre, nè con te stessa.
Il tuo valore non si misura in base a ciò che fai e i voti, le etichette (brava, cattiva, abbastanza, ecc) possono solo contribuire ad alimentare il giudizio e l’autocritica e a farti stare peggio.
Proprio come si fa con gli strumenti, “accorda te stessa” sulla clemenza e ogni tanto datti il permesso di assolverti su qualcosa.


2. Rivedi e ridefinisci i tuoi standard

In questo momento è tecnicamente impossibile mantenere certi standard (se parliamo di perfezionismo, però, ricordati che quello non è sostenibile mai!), quindi ricordati che hai una buona ragione per non riuscire a fare ciò che facevi prima e che vorresti fare ora.

Fai tentativi ed errori e ricordati che gli sbagli sono solo esperienze che ti permettono di definire la tua nuova dimensione: utilizza ciò che non riesci a fare non per giudicarti o darti un voto, ma per definire nuovi obiettivi (a breve e a lungo termine) che siano effettivamente raggiungibili per te ora e che contemplino l’incertezza del momento.


3. Non paragonarti, soprattutto ora

Sarò impopolare, ma spegni il cellulare.
Smetti di scorrere i social (se vuoi un motivo in pià per farlo, chiediti come ti senti dopo una sessione di venti minuti a scrollare lo schermo su e giù. Rivitalizzata o confusa?) e di guardare le foto patinate di chi sforna dolcetti, riprogramma in un lampo l’agenda perfetta, ha sorrisi smaglianti e nemmeno una ruga a indicare la fatica del momento.
Ciò che vedi non è ciò che è, e anche se lo fosse, è la tua vita ciò che conta e sono certa che non intendi viverla di “riflesso” decidendo ciò che va bene per te solo in base a ciò che fanno le altre.



4. Guarda ciò che fai, non ciò che non riesci a fare

Concentrarti solo su ciò che non riesci a fare (lavorare bene, dedicarti agli altri, ecc) o essere (paziente, comprensiva, creativa ecc) non ti aiuterà a eliminare il senso di inadeguatezza.
Dedica piuttosto le tue energie a osservare ciò che hai fatto durante la giornata, cosa hai portato a termine, cosa hai iniziato, cosa sei riuscita a tirare fuori di buono da un momento di difficioltà.
Sei riuscita a fare quella telefonata difficile? A preparare la cena? A sedare una lite tra fratelli? A rispondere a una manciata di email?
Allenati a tenere traccia delle tue capacità, non solo alle tue mancanze.



5. Parola chiave: sostenibilità

Trova le tue soluzioni: cosa va bene per te (e per chi ti sta intorno) in questo momento?

Si tratta di programmare la tua sveglia un’ora prima per avere del tempo per te? O di dormire finchè dormono gli altri per essere più riposata nel momento in cui dovrai affrotnare la giornata?
Si tratta di preparare qualcosa in più a cena in modo da avere il pranzo giò pronto il giorno successivo?
Di fare ginnastica sul balcone anzichè in palestra?
Di fare quella telefonata quando tutti dormono?

Qual è il ritmo che va bene per te, ora?
Cosa riesci a sostenere, per il tuo bene e il bene di tutti?


6. Rimandare non vuol dire dimenticare

Ciò che non puoi fare in questo momento, non è perduto, solo rimandato. Segna tutto su un quaderno tutto ciò che vorrai fare non appena ne avrai l’occasione (attività fisica che avevi in programma ma hai dovuto sospendere, progetti lavorativi, viaggi ecc).
E, se c’è qualcosa che puoi e vuoi iniziare a fare già adesso che ti permetta di portare una piccola goccia di queste attività alle tue giornate, fallo, anche se si tratta di qualcosa di piccolo e, apparentemente, poco rilevante.
Farà una enorme differenza, vedrai.



7. Accetta i tuoi limiti e accogli l’incertezza: quando piegarsi è meglio che spezzarsi

Non è retorica, ma la pura realtà. Questa è l’occasione per vederli, osservarli da vicino, accettarli.
Accanirti e fare come se non ci fossero non ti porterà a nulla di buono.
Il tuo limite è riuscire a stare con gli altri per non più di un’ora di convivenza forzata prima di sbottare?
Fermati quando saranno passati 59 minuti e poi vai a respirare alla finestra per un po’.
Inutile opporre resistenza, ti costerebbe molta più fatica che riconoscere e accettare cosa puoi e cosa non puoi fare. Per poi praticare la dovuta flessibilità del caso per adeguarti alla situazione.

E se ti serve un mantra per seguire il flusso e lasciare andare, ricordati di questo detto dei nativi americani:

“Meglio cavalcare nella direazione in cui sta andando il cavallo.”



8. Ricordati del piacere

Non cedere al senso del dovere ad ogni costo. Trova il modo per portare il piacere nelle tue giornate, vivere di obblighi e privazioni non ti aiuterà ad affrontare questo momento con l’approccio positivo che ti serve per sentirti bene con te stessa.
Quindi, inizia le tue giornate con un momento piacevole, e poi introducine altri qua e là durante la tua quotidianità.



9. La tua inferiorità è solo nella tua mente

Ricordati che la tua inferiorità è una tua idea, un’immagine di te.
Ciò che sei e che fai è decisamente maggiore ( e migliore) di ciò che credi.
Sei decisamente di più di ciò che pensi di essere e vali molto di più di ciò che pensi di valere.
Soprattutto nei momenti di difficoltà come questo, in cui, ne sono certa, stai facendo del tuo meglio per mandare avanti le cose!



10. Condividi e chiedi aiuto

Non tenertelo per te: racconta come stai, chiedi aiuto, o anche solo un confronto.
Perchè è nella condivisione che puoi trovare la forza per sentirti meno sola, il coraggio per procedere e l’aiuto di cui hai bisogno.
E magari potrai dare inizio a una diffusione di un’immagine reale delle cose ( le altre ti ringrazieranno!).



11. Nel dubbio, fidati di te

Fidati di te stessa, delle tue sensazioni, delle tue capacità: solo tu sai cosa è meglio per te in questo momento e solo tu puoi tirare fuori le risorse per farlo.

Perchè avere fiducia in te stessa e credere di farcela non significa illudersi che non ci saranno ostacoli, ma essere pronta ad affrontarli perchè sai di avere le qualità per farlo.



Cosa ne pensi ? Sei anche tu alle prese con un costante senso di inadeguatezza? Pensi anche tu di non essere all’altezza? Prova a concentrarti su questi suggerimenti e fammi sapere nei prossimi giorni com’è andata!

Se vuoi una mano per migliorare la percezione del tuo valore, puoi candidarti a lavorarci su con me compilando il questionario che trovi qui!
 

A presto!
Patrizia

Ph felicia Buiten/Unsplash

Patrizia Arcadi

Sono Patrizia Arcadi, La Coach Imperfetta: ti aiuto ad accettare e accogliere l’imperfezione, riscoprendo il coraggio di essere te stessa. Lavorando con me potrai: sentirti più sicura di te e delle tue decisioni nella vita privata e nel lavoro, metterti al primo posto senza sentirti in colpa, riconoscere il tuo valore, dire la tua con sicurezza, apprezzarti e star bene con te stessa.

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