56459
post-template-default,single,single-post,postid-56459,single-format-standard,eltd-core-1.2.1,borderland-child-child-theme-ver-1.0.0,borderland-theme-ver-2.5,ajax_fade,page_not_loaded,smooth_scroll,transparent_content,vertical_menu_enabled, vertical_menu_left, vertical_menu_width_290, vertical_menu_transparency vertical_menu_transparency_on,wpb-js-composer js-comp-ver-6.9.0,vc_responsive

Esercizi nonviolenti per riuscire a dire “Non posso e non devo piacere a tutti”

Uno degli aspetti su cui ci si sofferma spesso durante il percorso Accogli chi sei é il desiderio (che spesso ci convinciamo sia una necessità) di piacere a tutti.

Le donne che fanno coaching con me, infatti, condividono la frustrazione generata dalla fatica a ottenere l’approvazione di tutti, unita alla consapevolezza che sia un’impresa impossibile.
Eppure, nonostante ne siano coscienti, è come se la loro soddisfazione personale dipendesse totalmente da quel “Brava!”, indipendentemente da chi lo pronuncia.

Come se “piacere a tutti” fosse una regola imposta da cui non si può prescindere, trascurando però il fatto che l’unica conseguenza certa che otterranno sarà uno stato di insoddisfazione costante e che, giorno dopo giorno, la fiducia in loro stesse e la percezione del loro valore si sgretoleranno.

Costringerci a ottenere il consenso di tutti, infatti, è un gesto molto “violento” nei nostri riguardi, poiché il nostro dialogo interiore si fa critico e giudicante, ci convinciamo la nostra vera essenza vada nascosta, tradendo noi stesse pur di lenire quella paura di fondo di essere rifiutate.
Ma questo non fa che farci sentire ancora più sole, incomprese, inascoltate, quando in realtà siamo noi le prime a non darci ascolto, ad agire in totale disconnessione da ci che conta per noi.


In questo articolo voglio ispirarti con alcuni esercizi “nonviolenti” , di autoempatia, connessione e ascolto profondo di te, per riuscire ad accettare di non poter piacere a tutti e riconoscere, soprattutto, di non doverlo fare!




Spunti nonviolenti per liberarsi del desiderio di voler piacere a tutti

Essere nonviolente nei nostri riguardi significa, tra le altre cose, rispettare chi siamo e a ciò che è rilevante per noi, liberandoci dai giudizi e dalla repressione della nostra essenza.

Maturare un atteggiamento nonviolento verso noi stesse può aiutare molto a riappropriarci della consapevolezza del nostro valore e allentare la morsa della dipendenza all’approvazione degli altri.


Eccone alcuni spunti per te:


1. Individua i “devo” che ti stai imponendo

Probabilmente, se cerchi di piacere sempre a tutti, hai tutta una lista di “devo” che ti imponi di seguire per “andare bene” e ottenere quell’approvazione che desideri.

Individuare questi “devo”, queste regole autoimposte e in che modo ti influenzano nei vari ambiti della tua vita, può aiutarti a capire cosa ti “costringi a fare” o a tollerare pur di sentirti appagata nei tuoi bisogni.



Lo spunto nonviolento per te

Forse leggendo le mie parole starai pensando che tu non ti costringi a fare proprio niente che non vuoi. La realtà è che, a volte, compiacere gli altri è un sistema così radicato, un meccanismo così consolidato che non ce ne rendiamo nemmeno conto, quindi ti invito a scoprire quali sono gli obblighi e i doveri che sei autoimposta per prendere consapevolezza del modello a cui stai cercando di aderire per farti approvare! Vedrai, sarà illuminante!


2. Definisci e circoscrivi questo “tutti”

Quando usiamo il termine “tutti” non ci stiamo riferendo a nessuno in particolare.
Anzi, ti dirò, dire tutti è come dire nessuno, quindi ti invito a identificare e a circorscrivere chi intendi con “tutti” per iniziare a ridimensionare l’importanza del consenso indistinto di chiunque e magari riuscire a concentrarti sulle persone il cui parere può davvero avere rilevanza per te, a seconda della situazione specifica (come ti spiegavo in questo articolo!).


Lo spunto nonviolento per te

Prendi un foglio bianco (meglio un cartellone o almeno un A3!) e, al centro, scrivi “Chi sono tutti?”.
Da lì, fai partire tante frecce tante quante sono le persone che ti vengono in mente a cui desideri piacere.
Parti dai nomi propri per arrivare anche alle categorie (maestri, vicini di casa, cassieri del supermercato, passanti, ecc.).
Sbizzarrisciti, usa tutto il tempo che ti serve e fermati solo quando sentirai di aver completato veramente l’esercizio.

Poi mettiti in piedi e osserva dall’alto ciò che hai scritto:
Quali pensieri fai?
Come ti senti?
Quale bisogno ti parla attraverso questi sentimenti?
Quali osservazioni puoi fare?



3. Fai una pausa prima di giustificarti e scusarti

I tentativi continui di andare bene agli altri possono essere sfiancanti, soprattutto quando questo singifica non far altro che giustificarci per come siamo, scusarci per ogni gesto o parola, annullare noi stesse.
Spesso ci sentiamo colpevoli, la causa dello stato emotivo di chi ci circonda, per questo prodighiamo in mille scuse e riteniamo di essere la causa di ciò che provano gli altri. Questo ci porta a metterci in discussione di continuo e a vivere in uno stato di perenne tensione, cogliendo ogni segnale (anche solo un minimo sospiro dell’altro) come prova della nostra inadeguatezza e della nostra colpa.

Scusarti potrebbe essere un gesto automatico da parte tua, un meccanismo istintivo e totalmente involontario.
Ecco perché è importante portare l’attenzione alle situazioni in cui lo fai, con quali persone ti senti più portata a giustificarti e, soprattutto, ai pensieri che formuli e ripeti nella tua mente che ti portano a portare le tue scuse e motivare ogni tua mossa.


Lo spunto nonviolento per te

Prendi atto di quanto e come ti scusi.
Osserva i tuoi comportamenti con le altre persone e annota i gesti, le reazioni, le frasi che possono essere ricondotti a una giustificazione della tua persona e del tuo comportamento.

Può trattarsi di come inizi le frasi dei tuoi messaggi “Scusa se ci ho messo tanto a rispondere…”, oppure alle mille motivazioni che adduci quando non sei disponibile per qualcuno.
Ancora, può trattarsi di contro-proposte che fai quando declini un’offerta (può essere anche un’uscita) quasi a “compensare” il fatto di aver negato all’altro il compiacimento.

Dopo avere fatto un po’ di allenamento, prova a prestare attenzione alle parole che ti dici in quell’attimo che precede le scuse.

Può trattarsi di frasi come “Oddio, ora cosa penserà di me?”, oppure “Cosa ho fatto di male?” .
Annota tutto e poi segna quali emozioni ti fanno provare quei pensieri.
Si tratta di paura? Di insicurezza o incertezza?

Poi osserva tutto per avere un quadro completo non solo dei pensieri che ti portano a scusarti, ma anche di quanto questo ti porti a sentire di non fare mai abbastanza per gli altri e di dover in qualche modo impegnarti di più per essere accettata.


4. Ricordati di piacere “anche a te”

Un giorno ho chiesto a F.: “Tu ti piaci quando fai di tutto per piacere agli altri?”
“Assolutamente no!”, mi ha risposto, sbarrando gli occhi. E poi ha aggiunto: “Non faccio nulla di quello che farei se mi comportassi come vorrei!”.

Proprio così: quando miriamo alla benedizione dell’altro, il rovescio della medaglia dell’illusione di ottenerla è di sacrificare qualcosa. Spesso si tratta di annullare noi stesse, di andare contro ai nostri principi, di adattarci completamente al volere dell’altro, trascurando le nostre esigenze.
Ricordarci che è importante piacere anche a noi stesse (e non solo all’altro) può permetterci di rispettare chi siamo e riappropriarci dei nostri valori e delle qualità che apprezziamo nella vita.



Lo spunto nonviolento per te

Riprendi lo schema con le persone che hai indicato al punto 1 e, per ciascuna, indica cosa fai per ottenerne il consenso.

Poi osserva l’elenco di azioni che hai compilato e chiediti:
-Se nella relazione con questa persona volessi piacermi un po’ di più anche io, cosa potrei fare?
– In che modo potrei considerare di fare qualcosa in cui mi riconosco, prendere una decisione che mi corrisponde, dire una frase o compiere un gesto che mi faccia sentire gratificata per come sono, tenendo in considerazione comunque il valore che ha per me il parere dell’altro?
Sto andando contro a qualche mio principio/valore cercando di ottenere riconoscimento solo attraverso il consenso altrui?




5. Cosa ti appartiene?

Che ne dici di mettere in pausa gli altri per un momento e di parlare di te, almeno per il tempo di questa lettura?

I protagonisti di questa vicenda, infatti, non sono le altre persone, ma sei tu, quindi per i prossimi minuti seguimi e prova a tornare a te stessa per smettere di sentirti vittima dell’opinione di chi ti circonda e di meritare approvazione solo “a patto che…”.



Lo spunto nonviolento per te

Mettiti in una posizione comoda e chiudi gli occhi. Fai alcuni respiri profondi e visualizza un cerchio.
All’interno del cerchio c’è una poltrona, fuori dal cerchio c’è una sedia.
Immagina l’insieme “tutti” e visualizza di far accomodare i membri di questo insieme sulla sedia fuori dal cerchio.
Poi concentrati sulla poltrona: com’è fatta? Di che colore è ? Di quale materiale? Quali sensazioni ti provoca alla vista e al tatto?
Immagina poi di sederti su questa poltrona e di tenere, lì sedute con te, tutte le tue risorse, ciò che ti rende chi sei, le tue qualità, ciò che ti caratterizza. I tuoi valori, ciò in cui credi, in cui ti impegni, i tuoi sforzi, i tuoi bisogni. I tuoi gusti, le tue passioni, la tua storia, le tue cadute, le ferite, ciò che ti entusiasma e interessa.

Un po’ come se questo fosse un tesoro prezioso che merita di trovare un alloggio altrettanto importante, al centro della scena.
Un po’ come se questa poltrona fosse il tuo luogo sicuro a cui tornare ogni volta che ti senti insicura e vuoi percepire di valere qualcosa, senza affidarti totalmente al parere di chi sta fuori dal cerchio.
Torna qui ogni volta che ne hai bisogno per rigenerarti e rinfrancarti di chi sei!





Quali di questi suggerimenti scegli per cominciare a liberarti del desiderio di piacere a tutti?

Desideri scoprire come possiamo farlo insieme? puoi candidarti a lavorarci su con me compilando il questionario che trovi qui!




Ph Pexels/Karolina Grabowska

Patrizia Arcadi

Sono Patrizia Arcadi, La Coach Imperfetta: ti aiuto ad accettare e accogliere l’imperfezione, riscoprendo il coraggio di essere te stessa. Lavorando con me potrai: sentirti più sicura di te e delle tue decisioni nella vita privata e nel lavoro, metterti al primo posto senza sentirti in colpa, riconoscere il tuo valore, dire la tua con sicurezza, apprezzarti e star bene con te stessa.

No Comments

Post a Comment

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.