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Come accettare il fallimento e renderlo meno doloroso

“Negare il fallimento, significa negarsi un’occasione” – Charles Pépin, filosofo

E’ possibile accettare che le cose vadano diversamente da come volevamo?
Come possiamo accettare il fallimento e magari imparare a sbagliare?

L’insuccesso è un’esperienza piuttosto frequente nelle nostre vite e – pur sapendo bene di non essere infallibili (checché ne dica la nostra parte perfezionista) – siamo sempre molto prevenuti nei riguardi del fallimento.
L’esperienza dell’insuccesso, infatti, diventa per noi momento di vergogna, una debolezza che facciamo di tutto per nascondere, di cui occultiamo le tracce anche ai nostri occhi, tanto sono dolorose.

Neghiamo l’importanza di qualcosa pur di non ammettere e accettare che non è andata come avremmo voluto, evitiamo di parlarne, oppure la ingigantiamo fino a consacrarla come definitiva attestazione del nostro valore, distogliendo l’attenzione da ciò che è davvero.
Un momento, un ostacolo che fa parte della vita, che non ci definisce e non ci identifica come persone.
La prova che una scelta che abbiamo fatto si è rivelata sbagliata, che non ha funzionato, di certo non l’evidenza che noi siamo fallite.

Qual è il modo per accettare il fallimento e renderlo meno doloroso, quindi?

Sicuramente la risposta non è rifiutarlo o negarlo: non accettare un fallimento, infatti, significa perdere un’occasione per crescere e diventare più consapevoli, una vera a proprio miniera d’oro di conoscenza di noi stesse e delle nostre risorse che ci permetteranno di fallire meglio in futuro.



La chiave per trasformare il dolore del fallimento in qualcosa di costruttivo ed edificante, infatti, è quella di vivere l’insuccesso consapevolmente. La consapevolezza, infatti, è ciò che ci porta conoscenza, è ciò che ci permette di osservare la realtà per ciò che è, senza identificarci con il nostro errore, di gestire l’errore o il fallimento senza farsi travolgere dal significato che siamo noi ad attribuirgli.


In questo post scopriamo come trasformare l’insuccesso in un’esperienza accettabile e costruttiva, grazie al concetto di “fallimento consapevole”.



Fallire consapevolmente

Nel suo Ted Talk “Don’t fail fast – fail mindfully” , Leticia Gasca, direttrice di The Failure Institute e co-fondatrice del movimento di condivisione del fallimento Fuckup Nights, ci parla del fallimento come momento di crescita e di scoperta e di quanto sia importante imparare a fallire consapevolmente, evitando di trasformare l’insuccesso in una circostanza di umiliazione e di colpevolizzazione di chi ha sbagliato.

Negare il fallimento, punirlo o colpevolizzarlo eccessivamente, non incentiva certamente l’innovazione, né l’utilizzo della creatività nello sviluppo di nuove soluzioni.

Le riflessioni che l’autrice porta alla luce si riferiscono nello specifico al fallimento nel business, ma includono delle considerazioni che possono costituire una valida lezione per tutte noi:



1. Sentirsi soli nell’errore

Nessuno di noi è immune all’esperienza del fallimento, tutte sbagliamo e ci scontriamo con l’insuccesso, eppure tendiamo a non condividerne i dettagli.
Il fallimento è un’esperienza dolorosa, a volte drammatica, e per ammetterla e mostrarla per ciò che è, è necessaria una certa confidenza con la propria vulnerabilità e, sicuramente, una buona dose di coraggio a mostrarsi imperfette.


Far finta di nulla, infatti, fingere che non sia successo, o che non ci importi, non solo non ci permetterà di cogliere ciò la vita in quel momento riserva per noi, ma ci porterà a sentirci le uniche al mondo a essere inadeguate, incapaci, perdenti. Condividere e ammettere di aver fallito, per quanto doloroso, può assicurarci di riuscire a lenire il dolore il futuro e fare spazio a ciò che di buono può derivare da quel frangente.


2. Tutti tendiamo a nascondere il fallimento

L’insuccesso è un’esperienza comune, eppure facciamo di tutto per nasconderlo. Tuttavia, secondo Leticia Gasca sono molteplici i vantaggi di cui possiamo godere quando riusciamo ad andare al di là della vergogna e della paura di mostrare i nostri fallimenti e abbiamo il coraggio di condividere i nostri insuccessi:

  • i legami si rafforzano: la condivisione delle nostre vulnerabilità ci fa sentire meno soli nell’esperienza dell’errore e più “umani” e rende i rapporti più autentici e significativi
  • la collaborazione diventa più fluida, semplice ed efficace
  • si affina la capacità di cogliere lezioni che prima non avresti nemmeno considerato
  • mostrando la tua vulnerabilità diventi più forte


E, aggiungo io, impariamo ad allenare l’accettazione, poiché apprendiamo che è inutile opporsi a ciò che non possiamo cambiare. E’ più saggio accettarlo e concentrarci su ciò che invece è in nostro potere fare per migliorare, cambiare le cose, riparare agli sbagli e programmare come agire in futuro.



Fallire consapevolmente, come fare

Rendere l’errore più accettabile e meno doloroso contemplandone i risvolti positivi, quindi, comporta:

1. Essere consapevoli dell’impatto del fallimento e delle sue conseguenze: riconoscere la portata del fallimento e di ciò che comporta per noi e per chi ci sta intorno. Non negarlo, non ingigantirlo, bensì osservarlo per ciò che è in realtà.

2. Tenere a mente le lezioni apprese: riconoscere cosa possiamo imparare da quella situazione, cosa apprendiamo su di noi e sul contesto

3. Essere coscienti della propria responsabilità di condividere queste lezioni con gli altri, trasformando il fallimento in un’esperienza di crescita collettiva.





Cosa mi dici di te? Quali sono le situazioni in cui sei riuscita ad accettare il fallimento e a viverlo consapevolmente?
Desideri una mano per smettere di temere l’insuccesso e coltivare un po’ di coraggio di sbagliare?
Scrivimi
compilando questo form, ti illustrerò come potrò supportarti con con i mie programmi!


Ti aspetto,
Patrizia

Ph The Blowup/Unsplash

Patrizia Arcadi

Sono Patrizia Arcadi, La Coach Imperfetta: ti aiuto ad accettare e accogliere l’imperfezione, riscoprendo il coraggio di essere te stessa. Lavorando con me potrai: sentirti più sicura di te e delle tue decisioni nella vita privata e nel lavoro, metterti al primo posto senza sentirti in colpa, riconoscere il tuo valore, dire la tua con sicurezza, apprezzarti e star bene con te stessa.

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