55429
post-template-default,single,single-post,postid-55429,single-format-standard,eltd-core-1.2.1,borderland-child-child-theme-ver-1.0.0,borderland-theme-ver-2.5,ajax_fade,page_not_loaded,smooth_scroll,transparent_content,vertical_menu_enabled, vertical_menu_left, vertical_menu_width_290, vertical_menu_transparency vertical_menu_transparency_on,wpb-js-composer js-comp-ver-6.9.0,vc_responsive
Sbagliare è umano, l'errore è qualcosa che accomuna tutti noi. Ciò che fa la differenza è come reagiamo allo sbaglio e cosa scegliamo di farci.

Come gestire un errore

Qualche giorno fa una mia cliente, affranta per aver commesso un errore al lavoro, in un ufficio dove ha iniziato da poco, mi ha chiesto:

“Patrizia, ho fatto un errore gravissimo al lavoro e ora sto malissimo.
Come ci si abitua a un errore? Come si fa a sopravvivere a uno sbaglio? Come fare a gestire le consguenze di un errore?”

Per aiutarla a “spegnere il fuoco”, le ho inviato qualche esercizio di coaching per riuscire ad affrontare ciò che era successo e ho sentito la spinta a girare questo video in cui ho cercato di rispondere alle sue domande e a quelle di molte donne che, come lei, mi scrivono in preda al senso di sconfitta e inadeguatezza di fronte agli errori commessi.

Qualche giorno dopo, poi, Angela Merkel, una delle donne più influenti del mondo (o forse proprio LA più potente) ha ammesso di aver commesso un grave errore circa la gestione del lockdown in previsione delle festività di Pasqua.

“E’ un errore che deve essere chiamato come tale e bisogna correggere in tempo” ha dichiarato la cancelliera tedesca, che ha aggiunto: “La strada è in salita, costellata di contraccolpi ed errori”.

La testata giornalistica online Bild ha definito queste parole come “Scuse storiche”, scegliendo di considerare come “Debolezza e grandezza” questa ammissione di errore e questa assunzione di responsabilità, senza ricorrere a scuse e sotterfugi, in un gesto di auto riflessione e di consapevolezza che insegna.

Sbagliare è umano, l’errore è qualcosa che accomuna tutti noi. Ciò che fa la differenza è come reagiamo allo sbaglio e cosa scegliamo di farci.

In questo articolo vediamo alcune possibilità che abbiamo a disposizione per poter gestire un errore in maniera costruttiva, senza farsi travolgere da’lansia di sbagliare, né ricorrere all’auto colpevolizzazione o convincerci di essere un fallimento completo.

Ecco alcuni possibili passi da seguire per gestire un errore:

1. Riconosci lo sbaglio

Il primo passo per riuscire a gestire uno sbaglio e a porvi rimedio senza farsi travolgere dalla sensazione di essere un completo fallimento è riconoscere l’errore che abbiamo commesso.

Con riconoscere non intendo tanto ammettere di aver sbagliato, quanto riuscire a osservare qual è stato il nostro vero errore, circoscrivendo in maniera precisa ciò che abbiamo commesso e in quale contesto.
Questo ci aiuterà a dare l’errore il suo vero nome e la sua reale rilevanza e sarà il primo passo per ridimensionare, anziché lasciarci travolgere da quanto è successo.

Di cosa si tratta in realtà?

Rispondere a questa domanda utilizzando le parole più adeguate per descrivere la situazione, ci permetterà di non caricare l’errore di un significato e di un peso che non ha e che spesso costituiscono il vero “problema” nel nostro modo di vivere ciò che è accaduto.

Prova a pensarci: quante volte ti ritrovi a esclamare frasi come “Che disastro!” ampliando enormemente la portata di ciò che hai sbagliato e delle tue azioni?

2. Ammetti di aver sbagliato

Una delle cose che ho apprezzato maggiormente nella gestione della situazione da parte di Angela Merkel è stata la sua capacità di assumersi la responsabilità del proprio errore di valutazione, senza ricorrere alla colpevolizzazione di altri o a escamotage di vario genere per uscirne.

Assumersi la responsabilità dell’accaduto ci aiuta a concentrarci su ciò che è in nostro potere fare per rimediare e che sceglieremo di fare la prossima volta.

E’ solo tramite l’assunzione della nostra responsabilità che possiamo crescere grazie al nostro errore e ammettere che non siamo delle macchine, ma degli esseri umani che sbagliano.
Succede a tutti, è solo una questione di tempo e non c’è nulla di cui vergognarsi.

3. Accetta di aver sbagliato

Questo punto ha a che fare con l’accettazione dei propri limiti e della propria natura imperfetta.
Non solo, accettare di poter sbagliare significa anche sviluppare il coraggio di mostrarsi imperfette, di non saper fare tutto, di non riuscire a controllare ogni cosa. Ma voglio rassicurarti, questo non significa rassegnarsi al peggio o lasciarsi andare, abbassando i propri standard.

Vuol dire accettare di poter sbagliare, smettendo di disperdere le energie sentendoci un fallimento e inadeguate, concentrando piuttosto le nostre risorse su cosa cambiare per migliorare la situazione, come gestire le conseguenze dell’errore e come agire per imparare dal nostro sbaglio e correggerlo.

In fondo, come diceva Carl Rogers…
“Il più curioso dei paradossi è che quando mi accetto per come sono, allora posso cambiare.”

4. Non lasciarti travolgere

Spesso, ciò che ci travolge davvero di fronte a un errore, non è tanto il fatto in sè, quanto il significato che noi diamo all’accaduto.

Sono i pensieri che formuliamo di fronte alla situazione e le convinzioni che abbiamo circa lo sbaglio che pesano come macigni su di noi e provocano quella sensazione di affanno, smarrimento, paura, angoscia e, in alcuni casi, ansia di sbagliare.

Per ridimensionare e non lasciarti travolgere da queste emozioni spiacevoli che potrebbero portarti a reagire con modalità di cui poi potresti pentirti, prova a capire cosa significa per te lo sbaglio.

Se commetto un errore, vuol dire che__________
Se sbaglio, allora vuol dire che io__________
E gli altri__________

Riconoscere questi pensieri ti aiuterà a comprendere che le emozioni che provi non sono legate alla gravità dell’errore in sé, quanto al peso che tu stai dando alla situazione.

E questo è necessario per poterti concentrare sul fatto accaduto e alla sua risoluzione, anziché sprecare le energie in auto flagellazioni inutili.

Come fare per liberartene?
Chiediti quali prove hai a supporto di questi pensieri e prova a sostituirli con altri più leggeri.

5. Empatizza con te stessa e disidentificati

Quali erano i bisogni che stavi cercando di soddisfare compiendo l’azione che ti ha portato poi all’errore?

Connetterci con i nostri bisogni e con ciò che per noi è importante, non è un modo per crearsi un alibi o essere eccessivamente indulgente con te stessa, come forse il tuo critico interiore ti starà suggerendo.

Si tratta piuttosto di un esercizio di auto empatia che ti consente di toglierti di dosso l’etichetta del giudizio che ti sei appiccicata nel momento in cui hai sbagliato e di riconoscere che se l’azione che hai commesso si è rivelata errata, non significa che tu sia sbagliata.

Puoi darti il permesso di ritenere che la modalità con cui hai scelto di soddisfare il tuo bisogno non ha funzionato, anziché giudicarti e condannarti?

Prendere le distanze dall’errore, o meglio, dalla convinzione che il tuo sbaglio implica inevitabilmente che tu sia sbagliata, ti permetterà di non identificarti con il tuo comportamento e di concentrarti in maniera più lucida su ciò che è accaduto e su come porvi rimedio.

6. Distingui la colpa oggettiva da quella soggettiva

Una delle cose che ci frega quando sbagliamo è il senso di colpa. Non fraintendermi, se la colpa esiste è sacrosanto riconoscerla e ammetterla, tuttavia credo sia molto importante distinguere il senso di colpa oggettivo da quello soggettivo per riuscire a ridimensionare e affrontare l’errore in un modo costruttivo.

Il senso di colpa oggettivo deriva da un torto oggettivamente inflitto agli altri, con intenzione o comunque con un gesto il cui effetto danno su qualcuno o qualcosa sia effettivamente accertabile. Il senso di colpa soggettivo deriva, invece, dal venir meno a regole che noi stesse auto imponiamo, come ad esempio quando ci prendiamo due pause dal lavoro, anziché una e ci sentiamo in colpa perché pensiamo di non meritarlo!

In questo articolo trovi un sacco di spunti per lavorarci su, imparare a distinguerli e a liberarti dal senso di colpa che non funziona!

7. Impara

Se sei arrivata fin qui, sicuramente avrai maturato la predisposizione necessaria per capire cosa puoi imparare dall’errore che hai commesso.

Imparare dai propri sbagli non è retorica, così come dalle proprie imperfezioni e dai propri limiti, è piuttosto un atteggiamento che indica apertura e capacità di mettersi in discussione, perchè parte dal presupposto che, nella vita, ogni esperienza può insegnarci qualcosa.

Cos’abbiamo imparato di noi, dei nostri limiti, delle nostre risorse?
Quale lezione possiamo trarre da ciò che è accaduto su di noi, sugli altri, sul contesto in cui siamo immerse?

Questo insegnamento costituirà la base del passo successivo…

8. Pianifica

Imparare dai propri errori ci permette di chiarirci le nostre intenzioni: come intendiamo agire la prossima volta che ci si presenterà una situazione simile?

Ciò che è accaduto, in che modo può aiutarci a capire come comportarci in futuro?

O magari a comprendere come supportare chi ci sta intorno a gestire situazioni dello stesso genere?

Pianificare le nostre azioni non significa stabilire a priori come ci comporteremo, ma darci l’occasione per prenderci il tempo necessario per chiederci quali sono le nostre opzioni e le nostre alternative, a fronte delle nostre risorse e qualità.

9. Rimedia

Arrivata fin qui, avrai sicuramente messo fuoco in cosa consiste davvero il tuo errore, qual è la sua portata e quali sono le conseguenze di ciò che hai commesso.

Ora è arrivato il momento di concentrarti sulla soluzione, anziché sul problema provando a capire quali sono le risorse che puoi mettere in campo per riparare al torto commesso.

  • Si tratta del coraggio di scusarsi?
  • Della forza di chiedere aiuto e di ammettere i propri limiti?
  • Di adoperarsi e ingegnarsi per trovare una soluzione?
  • Qual è l’azione che puoi compiere per rimediare all’accaduto?
  • Cosa è in tuo potere fare per risolvere?

E, una volta messo a fuoco tutto questo, mettersi all’opera e procedere, prendendo in considerazione anche di chiedere alla persona che ha subìto il nostro errore come potresti rimediare al problema.

E tu, come te la cavi con la gestione degli errori? Riesci a ridimensionare a prenderli con lucidità o ti lasci travolgere dall’idea di aver commesso una catastrofe irreparabile?
Serve una mano per imparare a gestire gli errori con serenità e a prendere te stessa e ciò che accade in maniera più “morbida”?
Compila questo questionario per parlarmi di te e candidarti a lavorarci su insieme: ti illustrerò come posso aiutarti a farlo con il mio lavoro.

Un abbraccio,
Patrizia

Ph Alleksana/Pexels

Patrizia Arcadi

Sono Patrizia Arcadi, La Coach Imperfetta: ti aiuto ad accettare e accogliere l’imperfezione, riscoprendo il coraggio di essere te stessa. Lavorando con me potrai: sentirti più sicura di te e delle tue decisioni nella vita privata e nel lavoro, metterti al primo posto senza sentirti in colpa, riconoscere il tuo valore, dire la tua con sicurezza, apprezzarti e star bene con te stessa.

No Comments

Post a Comment

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.