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Come fare pratica di “imperfezionismo”


Nell’ultimo articolo del 2020, “Tutto ciò che voglio tu sappia sull’imperfezionismo”, ti ho parlato di imperfezionismo come alternativa al perfezionismo e come pratica per trovare una modalità sostenibile per te per affrontare la vita e prendere le cose (e te stessa) un po’ meno sul serio.

Oggi, torno sul blog per condividere con te alcune idee su come mettere in pratica l’imperfezionismo e per offrirti alcuni spunti per accogliere l’imperfezione nelle tue giornate, a piccole dosi.

La parola a cui ho scelto di ispirarmi nel mio lavoro e nei miei percorsi con cui aiuto le donne a vincere il perfezionismo è “sostenibilità“.
E l’ho fatto perchè troppo spesso temiamo il cambiamento e lo consideriamo come uno stravolgimento repentino, qualcosa di insormontabile e difficilissimo, qualcosa che – paradossalmente – potrebbe “rovinarci” la vita, perchè “troppo, tutto insieme, troppo in fretta”.

Per questo, il mio approccio all’imperfezionismo è quello di accogliere i propri timori e di rispettarsi durante il processo di trasformazione. Agendo e cambiando in maniera concreta e consistente, senza farsi travolgere dal timore di modificare ciò che ormai ci affatica troppo e di ottenere ciò che desideriamo davvero.

Il cambiamento non implica necessariamente una rivoluzione repetinta e sconvolgente: possiamo cambiare anche a piccoli passi, dando comunque una svolta significativa alla nostra vita, imparando pian piano a conoscerci, ad ascoltarci e a scegliere consapevolmente cosa va bene per noi.


Parola di donna imperfezionista

Ultimamente sono state tante le donne che hanno scelto di seguirmi per imparare a regalarsi l’imperfezione e queste sono alcune delle loro considerazioni, al termine del percorso insieme:

“Ho guardato le cose da un’altra prospettiva e mi sono ammorbidita un po’ nei miei confronti.”
“Ora riesco ad essere felicemente meno perfetta.”
“Mi sono autorizzata l’imperfezione.”
“Ho scoperto nuovi aspetti di me e mi sono guardata con occhi nuovi”

Ognuna ha seguito il percorso a modo suo, con i suoi tempi e l’impegno che ha potuto dedicargli. Eppure, c’è qualcosa che accomuna la strada che hanno seguito e il risultato che hanno raggiunto.

Si sono concesse l’imperfezione e hanno avuto il coraggio di lasciarsi ispirare a cambiare prospettiva, a trovare una modalità differente per vivere le loro giornate, chiedendosi ogni volta “In che modo, oggi, posso provare ad accogliere le cose in maniera meno rigida e più flessibile?”.


Fare pratica di imperfezionismo

Oggi voglio condividere con te alcune idee che potranno aiutarti a fare ciò che hanno fatto loro: adottare questo approccio sostenibile e accogliere l’imperfezione, andando oltre la paura di sbagliare o di provare qualcosa di nuovo, ma mettendosi in discussione e sperimentando che un modo per vivere le proprie giornate molto meno faticoso e molto più soddisfacente, esiste.

Ecco qualche spunto per allenare l’atteggiamento imperfezionista:

1. Riconoscere i tuoi bisogni e comprendere che non sono delle necessità che puoi modificare, rifiutare o smettere di avere. I tuoi bisogni definiscono ciò che per te è importante, sono dei valori che ti guidano. Di conseguenza, per agire consapevolmente e fare ciò che va bene per te, è necessario entrarci in sintonia, prendere in considerazione le loro richieste e partire da lì per lasciarti ispirare e guidare nelle tue azioni quotidiane.

Perchè è importante partire dai bisogni, soprattutto quando parliamo di perfezionismo?
Perchè, per sostituirlo con un’alternativa più sostenbile per te, sarà determinante capire cosa stai cercando di onorare nelle situazioni in cui lo stai mettendo in atto.

In questo modo inizierai a ragionare in termini di ciò che conta per te (bisogni da soddisfare), anzichè attivare automaticamente il perfezionismo che, apparentemente, ti sembra l’unico modo per perseguirlo.


2. Rivedere la convinzione di dover fare la guerra alla tua parte perfezionista, osservando in quali situazioni il perfezionismo “funziona” e ti permette di ottenere risultati e quando, invece, diventa faticoso e insostenbile e non funziona affatto.

Riconoscere la parte “buona” della parte di te che agisce in modo perfezionista, ti permetterà di sviluppare un atteggiamento accogliente nei tuoi confronti, deponendo l’ascia di guerra che prima agitavi contro te stessa.

3. Stare nel processo e non solo nel risultato, ovvero “godersi il viaggio”, che significa principalmente due cose:

a) ammettere di poter sbagliare, anzi averne proprio la certezza (se cambi il tuo punto di vista di partenza, cambierà anche la prospettiva con cui vivrai ogni situazione, fidati di me!),
b) concentrarti su un aspetto che noi donne spesso dimentichiamo: ovvero chiederci “Come posso godermi ciò che sto facendo? Come posso darmi il permesso di sentirmi soddisfatta di me lungo il percorso che mi porterà al risultato sperato? Come posso divertirmi, mentre lo faccio?”

4. Cambia tipo di pre-occupazione: se proprio devi preoccuparti, concentrati su ciò che conta di più, ovvero capire chi sei davvero e come puoi fare del tuo meglio in quella specifica situazione.
Continuare a preoccuparti di ciò che penseranno di te e di come potresti fare perchè gli altri possano considerarti perfetta, non farà altro che farti sprecare energie e ti allontanerà da te e dalla tua autenticità.

Prova a pensarci: quante volte nelle tue azioni ti lasci guidare dalla reazione che immagini negli altri anizhcè da ciò che davvero desideri fare?



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A presto,
Patrizia

Ph @imperfettacomeme

Patrizia Arcadi

Sono Patrizia Arcadi, La Coach Imperfetta: ti aiuto ad accettare e accogliere l’imperfezione, riscoprendo il coraggio di essere te stessa. Lavorando con me potrai: sentirti più sicura di te e delle tue decisioni nella vita privata e nel lavoro, metterti al primo posto senza sentirti in colpa, riconoscere il tuo valore, dire la tua con sicurezza, apprezzarti e star bene con te stessa.

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