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Strategie efficaci per imparare a sbagliare

Strategie efficaci per imparare a sbagliare

Qualche giorno fa, facendo ricerche sul web, ho scoperto dell’esistenza del Museum of failure, in Svezia, interamente dedicato al fallimento e ad altisonanti flop di aziende molto note (da Nokia, a Coca Cola, a Colgate) la cui storia fa da monito alla rilevanza dell’errore.

Se lo sbaglio e il fallimento possono essere fonte di ispirazione e addirittura origine di creazioni che entrano far parte della storia e della nostra cultura, allora forse imparare a sbagliare può darci un certo vantaggio, permetterci di non soccombere al primo ostacolo e rialzarci anche all’ennesima caduta.

Ma come possiamo imparare a sbagliare?
E’ davvero possibile riuscire a sbagliare nel modo “giusto”?
E come mai è importante farlo?

Nell’articolo Perché dovresti imparare a sbagliare” abbiamo visto come riuscire a sbagliare può essere considerata una di quelle soft skills– o capacità umane e trasversali – che possono aiutarci a migliorare il modo con cui affrontiamo la vita personale e lavorativa e ad essere più efficaci.

In questo post scopriamo qualche strategia per acquisire la capacità di sbagliare e superare la nostra allergia allo sbaglio. E se vuoi imparare a introdurre la pratica dell’errore, alla fine di questo articolo troverai un piccolo regalo per te!

Sbagliare o non sbagliare? Questo è il dilemma!

“Ogni fallimento è semplicemente un’opportunità per diventare più intelligente.” Henry Ford

Nonostante i detti popolari ci dicano con saggezza che “sbagliando si impara” e benché, per scomodare i latini, tutti noi sappiamo che “errare humanum est” , conserviamo molta ostilità verso l’errore e un certo scetticismo vero la possibilità di imparare qualcosa grazie dai nostri sbagli.
Sappiamo bene che il nostro apprendimento avviene proprio per tentavi ed errori, eppure ci comportiamo come se a noi non potesse, anzi non dovesse, mai capitare e facciamo di tutto per tenere lontano da noi lo sbaglio.

Uno dei modi con si manifesta questo atteggiamento è, ad esempio, la famosa sindrome dell’impostore, quella voce critica che ci dice “Non sei abbastanza brava. Ti beccheranno, si accorgeranno che non ne sai nulla, ti smaschereranno e si renderanno conto che sei un bluff.”

E così, a suon di autocritiche e auto flagellazioni, stabiliamo che l’errore non è contemplato nella nostra vita.
E, anche quando lo commettiamo e riusciamo a riparare, rimane comunque il disagio di averlo commesso e nell’aria resta lì, ad aleggiare, la domanda: “Come hai potuto sbagliare così?”.

Ecco, se noi sapessimo di “poter sbagliare”, di potercelo permettere, da un lato, e di saperlo fare, dall’altro, potrebbe essere molto più semplice accettare l’errore, gestirlo, e, finalmente, trasformarlo in una vera occasione di crescita e miglioramento.

Strategie per imparare a sbagliare

1. Accetta di essere fallibile

Un primo buon passo da compiere può essere quello di imparare ad accettare la nostra natura imperfetta e di poter sbagliare.
Accettare di poter commettere errori vuol dire accettare la nostra condizione di essere umani, non solo, permette di conservare le energie che sprechiamo opponendo resistenza a qualcosa che non possiamo controllare (almeno non del tutto) e dedicarle a migliorare proprio attraverso ciò che non è andato come previsto.
Accettare di essere fallibili, inoltre, vuol dire allenare il coraggio di mostrarsi imperfette e di riconoscere che andiamo bene comunque, nonostante le nostre imperfezioni.

2. Sii cosciente di chi sei e dei tuoi limiti

Un altro passo importante nella costruzione della competenza di sbagliare è quello di conoscerci a fondo, essere consapevoli di chi siamo e di cosa vogliamo, dei nostri punti di forza, dei nostri punti deboli e limiti.
Riconoscerli vuol dire fare i conti con le nostre capacità e risorse, individuare e/o prevedere ciò su cui potremmo scivolare, comprendere quali sono le nostre aree di debolezza.
Questo significa avere piena coscienza di chi siamo, di dove possiamo spingerci, su quali nostre qualità fare leva.
E quali invece sono aree di miglioramento da affrontare, perchè solo se avremo riconosciuto i nostri limiti potremo superarli, anche attraverso l’errore, osando spingendoci ogni volta un po’ più in là.

3. Coltiva il coraggio di osare

Assumerti il rischio di sbagliare vuol dire mettere in campo con coraggio tutta te stessa per una motivazione più alta. Ricordati che non sei costretta a scegliere se essere perfetta o essere felice e che – anche se sei stata educata alla perfezione, a non sbagliare mai e non al coraggio – puoi sempre scegliere di provarci.

Perché non osare per paura del fallimento ha solo un risultato certo: non saprai mai come sarebbe andata se ci avessi provato e l’unica cosa che otterrai sarà quella di accontentarti.

4. Impara a perdonarti

A essere più comprensiva con te stessa, a lasciar andare il giudizio e l’autocritica come forme di automotivazione. Non sarà come rassegnarti alla sconfitta, nè un gesto di autoindulgenza, sarà piuttosto un modo per farti forza così come faresti con una persona cara, per ricostruire dal tuo errore, anzichè crollare sotto la ferita per averlo commesso.

5. Ridimensiona e alleggerisci

Osserva la realtà per ciò che è, così come ci suggerisce il primo passo della pratica della Comunicazione Non Violenta: prendi atto dell’accaduto nell amaniera più neutra possibie. Prova a osservare e a descrivere i fatti nella realtà così come sono avvenuti, senza esprimere giudizi.
Non solo, oltre ad aver osservato di cosa si è trattato in realtà, puoi provare a ridimensionare portanto l’attenzione alle parole che usi per descrivere la vicenda o te stessa.
Quali espressioni scegli?
Stai attribuendo alla situazione un peso maggiore di quanto in realtà abbia per via delle parole che scegli?

6. Fai pratica e allenati

Commetti dei piccoli errori controllati e programmati, fai pratica di imperfezione, coltiva l’imperfezionismo.
Questo ti aiuterà ad andare oltre la paura di sbagliare o di provare qualcosa di nuovo, a mettetri in discussione e sperimentare che una alternativa alla perfezione per vivere la vita.

7. Allenati a vedere il rovescio della medaglia

L’errore non va demonizzato, è importante piuttosto considerarlo come un momento di crescita e di conoscenza di noi stesse, che, al di là del legittimo sconforto iniziale, può portare con sé delle lezioni importanti e può aprirci a nuove strade che prima non avevamo contemplato.
E’ una grande fonte di conoscenza di te stessa e di ciò che conta per te, delle tue risorse e delle tue capacità, del contesto in cui ti trovi e delle persone che ti circondano. Una vera e propria ricchezza, un dono dell’imperfezione, se ti concedi di considerarla come tale.

8. Concentrati su intenzioni e scopo, e non sulle aspettative

Spesso siamo vittime della trappola delle aspettative: ciò che ci aspettiamo diventa la proiezione di come dovranno andare le cose.
Un ennesimo tentativo di controllare tutto, incluso l’esito dei nostri sforzi. Rimanere attaccate alle aspettative, però, rischia di non farci osservare le cose dalla giusta prospettiva, di non affinare quella sensibilità e quella flessibilità necessarie per cambiare in corsa, per adattarsi.
Le aspettative, inoltre, ci portano a focalizzare l’attenzione e gli sforzi su ciò che è esterno a noi, sullo sguardo degli altri, sul giudizio altrui e, per questo, alimentano la nostra insicurezza e il timore di sbagliare, minando la nostra autostima.

Ecco perché, anziché concentrarsi sulle aspettative, una buona strategia può essere quella di concentrarsi sulle proprie intenzioni e sui propri obiettivi, volgendo lo sguardo al nostro interno, generando quella motivazione intrinseca che diventa davvero la leva giusta su cui premere per dare il meglio di noi, senza sentirci paralizzate dall’idea di sbagliare.

9. “Fail fast-fail often”

Il che vuol dire – come il famoso detto anglosassone insegna – sbaglia presto sbaglia spesso.
Che non è un invito a crogiolarsi nell’errore e a coltivare la superficialità, ma a non preveirlo a tutti i costi, demonizzandolo come se fosse la fine di ogni cosa o come se questo decretasse il tuo fallimento come essere umano.

Si tratta, piuttosto, di un invito a prepararsi all’errore, a tenersi pronte, a sfidarsi per misurarsi con ciò che inevitabilmente prima o poi accadrà.
E farne esperienza potrà solo fortificarti e a insegnarti a sbagliare meglio la prossima volta.

10. Datti il permesso di sbagliare

“Non avevo idea che lo sbaglio per me fosse un’opzione contemplabile.”.
Queste sono le parole di una donna che ha esordito così, durante la prima sessione di coaching insieme.
Per lei lo sbaglio non era una possibilità e riformulare il suo pregiudizio sull’errore è stato un passo molto importante del suo percorso per poter arrivare a considerare lo sbaglio per ciò che è.
Un momento di crescita, uno strumento da utilizzare in futuro, un vero e proprio bagaglio di competenze da utilizzare all’occorrenza.

Concedersi il fallimento, permettersi di sperimentare un ostacolo è un presupposto necessario alla conquista della capacità di commettere errori. Per concentrarsi sul costruire quella fiducia nelle nostre capacità di risollevarci, riscattarci e, laddove non le avessimo ancora acquisite, impegnarci per farlo.

E tu, come ti senti all’idea di imparare a sbagliare?
Serve una mano far pratica di errori e di imperfezione?
Puoi candidarti a lavorarci su con me compilando il questionario che trovi qui!

Ti aspetto,
Patrizia

Ph Andrea Piacquadio/Pexels

Patrizia Arcadi

Sono Patrizia Arcadi, La Coach Imperfetta: ti aiuto ad accettare e accogliere l’imperfezione, riscoprendo il coraggio di essere te stessa. Lavorando con me potrai: sentirti più sicura di te e delle tue decisioni nella vita privata e nel lavoro, metterti al primo posto senza sentirti in colpa, riconoscere il tuo valore, dire la tua con sicurezza, apprezzarti e star bene con te stessa.

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